E ora? Cinque brevi considerazioni sulle elezioni

Sono passati poco più di quattro anni, tre governi. Nel mezzo una pandemia globale ed una guerra alle porte dell’Europa. Sono passati anni in cui si è lamentata l’assenza di partecipazione, di voto. Un’assenza colmata con le elezioni del 25 settembre, che ha visto vincere la coalizione di centro destra, premiando Giorgia Meloni come leader del futuro governo. Una tornata che restituisce queste cinque brevi considerazioni:

1- ASTENSIONISMO

Il 36% di astenuti in Italia era un numero già considerato, ma mai raggiunto. Rientra nel fenomeno globale che vede in tutti i Paesi occidentali un graduale distacco degli elettori dalla partecipazione alla vita politica. L’analisi sul fenomeno è complessa, ma la retorica secondo cui verrebbe meno il valore di una vittoria delle elezioni, perché privata di una partecipazione larga, potrebbe avere senso solo se il dato non seguisse un trend in atto da anni. Occorre come per i seggi all’estero, fornire possibilità di voto in domicilio a studenti e lavoratori fuori sede e garantire le elezioni in due giornate, come si faceva anni fa: dal sabato mattina alla domenica pomeriggio, altrimenti tutto si può fare, tranne che favorire la partecipazione.

2- VINCITORI

Ha vinto lei, lo ha fatto nel tempo, rimanendo furbescamente e saggiamente fuori dal Governo Draghi, fingendo di fare opposizione, senza mai farla concretamente. Meloni non ha trovato nuovi elettori, ha per osmosi fagocitato eletti ed elettori di Salvini, ripreso qualche ex 5 stelle fomentato da scie chimiche e vaccini 5G e rianimato qualche nostalgico indeciso tra Casa Pound con Italexit e un carro più sicuro e collaudato.

Una destra che si sposta, si riposiziona, ma di fatto presenta stessi uomini stessi programmi. Il vecchio camuffato di nuovo, mascherato dietro il volto di una donna, strumentalizzata per essere copertura di una cultura politica maschilista, che al contempo rappresenta classismo, razzismo, xenofobia e omofobia. Una vittoria che porta in dote un enorme numero di indagati e condannati.

L’atro vincitore è Giuseppe Conte. Il Movimento 5 Stelle solo 3 mesi fa era dato al 9%, ed oggi, in alcune regioni, è il primo partito, e terza forza in Italia. Troppe titubanze, molta disorganizzazione, poco coraggio e troppa testardaggine nell’inseguire il PD in un’alleanza strutturale di un campo progressista, hanno logorato dall’interno il Movimento, ed eroso ulteriormente il suo elettorato. L’inciampo sul Governo Draghi e il “super ministro della transizione”, la linea troppo prudente sullo stop alle armi e i tentativi goffi di soffocare i mal di pancia con la corrente di Di Maio e con i possibili alleati, hanno impantanato il partito, che oggi, senza Di Maio, e senza ossessioni di alleanze, riparte come forza di opposizione. Bentornato.

3- I PERDENTI

A perdere nettamente sono Salvini e Letta, il primo dissipando in poco più di un anno un patrimonio elettorale stimato al 20%, il secondo ha inanellato una serie di scelte folli che hanno solo avvantaggiato Giorgia Meloni, anche esplicitamente. La strategia politica, oltre che all’inconsistenza del programma e della campagna comunicativa, hanno evidenziato come alcuni partiti, come Lega e Partito Democratico, sono trainati da nomi e sacche di voti nati dal radicamento, spesso in un’ottica clientelare, sui territori, senza il quale scompare la capacità di rispondere alle esigenze del Paese, e di evolvere in base a contesti e dinamiche differenti.

Ma una menzione particolare va ai campioni di Impegno Civico, la compagine nata già morta di Di Maio & Co. Una schiera di inutilità che solo Tabacci poteva abbracciare, con il risultato di polverizzarsi in polvere di ex cinque stelle.

4- POSIZIONI

Il partito dei Conservatori Europei di cui Meloni è presidente, oltre a lobby americane delle armi e del tabacco riceve finanziamenti da Alexander Temerkooligarca russo (nato in Ucraina ma quando ancora era URSS). Uomo di fiducia di Boris Eltsin fuggì in Inghilterra in chiaro contrasto con Putin che spodestò il Governo Eltsin e gli mosse contro la giustizia. Attualmente direttore della società britannica Aquind Limitedsocietà da cui partono i bonifici per Conservatori Europei, Temerko foraggia e finanzia fondi, leader e partiti che hanno in agenda una visione ben chiara di una Russia da ridimensionare. Vedremo se Meloni saprà mediare tra il rapporto ambiguo di Salvini con la Russia, con quello viziato di Berlusconi e Putin, con la spinta dei suoi finanziatori ad elevare le sanzioni ed inginocchiare militarmente ed economicamente la Russia.

Attenderemo di sapere poi cosa sarà del Reddito di Cittadinanza e di vedere il milione di posti di lavoro in più, magari mandando in pensione prima, a costi allucinanti, e magari vedendo ancora una volta il debito pubblico impazzire, lo spread divorarci, la speculazione finanziaria approfittarne e la Troika bussare alla porta. Vedremo cosa sarà della sanità. Attenderemo di scoprire se al posto della lotta ai banchi con le rotelle e ai monopattini seguiranno investimenti nell’edilizia scolastica e nella mobilità sostenibile. Vedremo cosa sarà del famoso denaro con un click da erogare nei conti correnti delle imprese per sostenere la crisi economica, dell’helicopter money. Vedremo cosa sarà della flat tax e cosa ci costerà. Vedremo se in attesa di un nucleare desueto, bocciato dal popolo italiano da due referendum, attenderemo a lume di candela oltre 10 anni per la realizzazione di fantomatiche centrali.

5- QUINDI?

Tutte le volte che si vota liberamente è un trionfo di democrazia. Che siano stati in pochi o in tanti, purché siano stati liberi da scambi, ricatti e promesse, i voti hanno premiato nettamente una donna, che comunicativamente non ne ha sbagliata una. Appare nuova, determinata, patriottica. Ora tocca a lei, e da italiano ancor prima che da libero cittadino, professionista e partita IVA, auguro il miglior lavoro possibile, nell’interesse esclusivo di una nazione, del suo popolo e dei valori costituzionali fondanti.

Lo ha scritto e promesso nella sua campagna con lo slogan: PRONTI . Vedremo.

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